Musical work



21.02.2018
CANTANDO C'ERA UNA VOLTA IL WEST

Recentemente sono stata invitata a cantare il tema del film 'C'era una volta il West' di Ennio Morricone.
 
Era da tempo che non cantavo con la voce 'impostata'. Settimane prima del concerto ho lavorato vocalmente per ridare smalto al mio registro acuto. Avevo perso un po' di note, per via del loro mancato utilizzo e per via del mio disagio fisico, artrite, che mi ha portata a dovermi prima di tutto dedicare alla mia salute. 
Ho così  ripreso i nastri delle lezioni del mio insegnante di canto classico, deceduto nel 2000, Louis-Jacques Rondeleux, un ricercatore vocale, cantante classico e ottimo insegnante. Negli anni '70 usava già l' Hata Yoga e varie tecniche di rilassamento per favorire la sinergia tra corpo, respiro e mente. Usava delle immagini per farti vedere il suono e trasmetterti delle sensazioni. Inoltre, nei suoi allievi aveva spesso riscontrato cambiamenti di vita profondi, di vita e ovviamente di voce! Conservo gelosamente quelle musicassette, perchè da quando studiai con lui, la mia voce fece un progresso incredibile, soprattuto di espansione sonora e presenza, come se la mia anima guerriera e di Shakti finalmente avesse trovato la strada, il canale per uscire allo scoperto, attraverso l' apparato fonatorio e il corpo di un' educata e timida signora 35 enne della 'Genova bene'.
 
Ripresi, così, prima del concerto, a fare i vocalizzi dei suoi nastri e a mettere a punto i miei aspetti vocali da esercitare e nutrire. 
 
Questo brano 'C'era una volta il West' è davvero difficile, perchè, subito dopo il primo fraseggio, quindi non appena si è messo in moto il meccanismo del canto, ci si ritrova di fronte a una difficoltà tecnica non da poco. Infatti, dopo il 1mo fraseggio, bisogna cantare 3 note di cui la prima in registro di mezzo-petto, la seconda nel registro medio e la terza da emettere con una tecnica molto diversa, cioè sottile ed elegante con poco fiato, nel registro acuto. Praticamente ti giochi in un attimo e subito, all'inizio, il buon esito o no della tua esecuzione.
Francamente, ho sempre avuto dei deliri di onnipotenza rispetto alla mia vocalità e non ho mai avuto paura di stonare o di cantare male...Magari temevo di dimenticarmi le parole, ma mai di sbagliare vocalmente. Questo brano invece mi ha portata in un territorio di paura a me sconosciuto e nel quale mi sono dovuta misurare e conoscere, traendone una lezione artistica e di vita.
 
E' stato importante ritrovare 'quel' modo di prepararmi e anche dover trovare degli strattagemmi per superare nuove difficoltà mai vissute prima.
Nonostante il passare del tempo, nonostante la salute non perfetta, il corpo è un insieme meraviglioso, oserei dire un miracolo.
Basta 'allenarlo', con gentilezza, consapevolezza e lui si espande, si rimette in moto in territori abbandonati, ti porta in spazi inesplorati. Che mistero!
Il segreto? Non attaccarsi al ricordo di esperienze passate, ma essere aperti a ricevere e vivere ciò che arriva, dando valore ai progressi quotidiani.
La voce è il suono dell'anima, oltre a un corpo non perfetto in salute, oltre alla tecnica anche più spietata, c'è sempre l'anima a cantare!
 
NEL VIDEO A FIANCO la mia performance in onore di Claudia Cardinale